Misteri Italiani | Il delitto di Via Poma, ancora irrisolto

 

Il Delitto di via Poma, un altro caso irrisolto che resta ancora  avvolto da misteri.

Il delitto di via Carlo Poma, noto anche come omicidio di via Poma, è uno dei casi di cronaca nera più misteriosi e irrisolti della storia giudiziaria italiana.

Il 7 agosto 1990, Simonetta Cesaroni ( Vedi Foto ), ventenne romana impiegata come contabile presso l’Associazione Italiana Assistenza Genitori (AIAG), venne trovata brutalmente assassinata nell’ufficio al terzo piano di via Carlo Poma 2, nel quartiere Prati a Roma.

 

La dinamica dell’omicidio

Simonetta fu uccisa tra le 17:30 e le 18:00, secondo l’autopsia, con 29 coltellate, molte delle quali al volto e agli occhi, segno di una violenza particolarmente feroce e personale.

Il corpo fu ritrovato intorno alle 22:30 dalla sorella Paola e dal collega Salvatore Volponi, riverso a terra in una pozza di sangue, parzialmente svestito, senza biancheria intima e con evidenti segni di violenza.

L’arma del delitto fu probabilmente un tagliacarte, un oggetto comune negli uffici.

Oltre alle coltellate, Simonetta subì un trauma cranico, probabilmente inferto per stordirla prima dell’aggressione.

La scena del crimine suggeriva un assalto improvviso, ma anche un tentativo di occultare le tracce da parte dell’assassino: vennero rinvenute poche tracce di sangue, come se qualcuno avesse tentato di ripulire.

 

Le indagini e i sospetti

Nel corso degli anni, le indagini hanno coinvolto numerosi sospettati: Pietrino Vanacore (portiere dello stabile suicida)*, Salvatore Volponi (datore di lavoro di Simonetta), Federico Valle (nipote del progettista del palazzo), Raniero Busco (fidanzato della vittima), Francesco Caracciolo di Sarno (presidente AIAG) e Mario Vanacore (figlio del portiere).

* Pietrino Vanacore ( Vedi Foto ) si è suicidato legandosi a un albero con una fune al collo e lasciandosi annegare in un corso d’acqua a Torre dell’Ovo, in provincia di Taranto. Ha lasciato un messaggio ( Vedi Foto ) in cui parlava di “20 anni di sofferenze e di sospetti” che lo avevano portato al suicidio.

Tutti sono stati successivamente scagionati dalle accuse.

 

Nel dicembre 2023, una nuova informativa dei Carabinieri ha puntato il dito contro Mario Vanacore, ipotizzando che si trovasse negli uffici per fare telefonate interurbane e che, dopo un tentativo di approccio respinto da Simonetta, l’avrebbe aggredita e uccisa. Questa ricostruzione ipotizza anche il coinvolgimento dei genitori di Mario nel tentativo di ripulire la scena.

Tuttavia, la Procura di Roma ha definito queste ricostruzioni come “ipotesi e suggestioni” che non superano le forti perplessità sulla reale fondatezza, chiedendo l’archiviazione del fascicolo nel dicembre 2024.

Mario Vanacore ha sempre negato ogni coinvolgimento, dichiarando di aver visto Simonetta solo da morta.

 

Perché il caso resta irrisolto

Nonostante oltre trent’anni di indagini, il caso non è mai stato risolto e il colpevole non è mai stato individuato con certezza.

La scena del crimine presentava elementi di ambiguità e possibili depistaggi, e le testimonianze raccolte nel tempo non hanno mai portato a una verità giudiziaria definitiva.

Il delitto di via Poma è diventato emblematico dei misteri italiani, oggetto di numerosi libri, servizi giornalistici e trasmissioni televisive, ma resta ancora oggi senza una soluzione definitiva.

“Un giallo senza fine. Un omicidio senza verità avvenuto ben 35 anni fa. Il delitto di via Poma resta uno dei casi di cronaca nera più enigmatici e discussi dell’intera storia giudiziaria italiana.”

 

Piste investigative più recenti sul delitto di via Poma

Negli ultimi mesi, il caso dell’omicidio di Simonetta Cesaroni in via Poma ha conosciuto una nuova fase investigativa, con importanti novità e riaperture delle indagini.

Ritrovamento di documenti e riapertura delle indagini

Nell’aprile 2024 sono stati ritrovati i fogli presenze dell’ufficio di via Poma, scomparsi per oltre trent’anni, che hanno rivelato la presenza di un dipendente mai interrogato prima, Pier Paolo De Risi, figlio di una collega di Simonetta, deceduto nel frattempo. Questo ha sollevato nuovi interrogativi sulle presenze effettive il giorno del delitto e sulle omissioni nelle prime indagini.

La famiglia Cesaroni ha presentato nuovi esposti con nomi e documenti inediti, ottenendo dal Gip di Roma Giulia Arcieri la riapertura delle indagini con l’ordine di riascoltare 29 testimoni e di effettuare nuovi prelievi di DNA su persone mai analizzate prima, sfruttando i progressi della genetica forense.

 

La pista dei servizi segreti

Una delle piste più suggestive e recenti riguarda il possibile coinvolgimento dei servizi segreti italiani. Negli uffici dell’Associazione Italiana Alberghi della Gioventù (AIAG), dove lavorava Simonetta, sarebbero stati conservati documenti riservati appartenenti ai servizi segreti, il che potrebbe aver influenzato le indagini fin dall’inizio.

Il Gip ha chiesto di approfondire il ruolo di questa documentazione segreta e le possibili connessioni con la Servo Immobiliare, società di copertura del Sisde proprietaria di alcuni immobili nel comprensorio.

Si indaga anche sul furto al caveau della cittadella giudiziaria del 1999, dove sarebbero spariti documenti collegati al caso via Poma, ipotizzando tentativi di depistaggio o occultamento di prove.

 

Nuovi accertamenti sui colleghi e ambiente lavorativo

Le indagini si stanno concentrando anche sulla cerchia dei colleghi di Simonetta, in particolare sul datore di lavoro Salvatore Volponi e sul presidente dell’AIAG Francesco Caracciolo di Sarno, il cui alibi è stato messo in discussione da alcune collaboratrici.

Si sta cercando di chiarire chi fosse presente in ufficio il giorno del delitto, con particolare attenzione a chi potrebbe aver omesso informazioni o depistato le indagini.

Stato attuale delle indagini

Nel dicembre 2024 la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura è stata respinta dal Gip, che ha ordinato nuove indagini e approfondimenti, segnalando come il caso sia ancora aperto e meritevole di ulteriori accertamenti.

  • Si attendono sviluppi dagli esiti dei nuovi test del DNA e dai riscontri sulle testimonianze riascoltate.
  • In sintesi, le piste investigative più recenti sul delitto di via Poma si articolano su:
  • La riapertura delle indagini grazie a nuovi documenti e testimonianze;
  • L’ipotesi di un coinvolgimento o di un depistaggio legato ai servizi segreti;
  • Nuovi approfondimenti sull’ambiente lavorativo e sui colleghi di Simonetta;
  • L’uso di tecniche forensi moderne per nuovi prelievi di DNA.

Questi elementi stanno dando nuova linfa a un caso rimasto irrisolto per oltre trent’anni, con la giustizia che continua a cercare risposte.

 

Come potrebbero i documenti segreti dei servizi segreti influenzare il caso Poma

I documenti segreti dei servizi segreti potrebbero influenzare il caso del delitto di via Poma in diversi modi rilevanti, secondo le più recenti indagini e le valutazioni della magistratura.

Innanzitutto, si ipotizza che negli uffici dell’Associazione Italiana Alberghi della Gioventù (AIAG), dove lavorava Simonetta Cesaroni, fossero custoditi documenti riservati di proprietà dei servizi segreti, informazioni che non erano destinate a essere accessibili agli investigatori ordinari. Questo potrebbe aver limitato la possibilità di una risoluzione chiara del caso sin dalle fasi iniziali, in quanto la presenza di tali documenti avrebbe potuto inquinare le indagini, proteggendo soggetti o interessi legati ai servizi stessi.

In particolare, la giudice Giulia Arcieri ha sottolineato l’importanza di indagare come questi documenti abbiano potuto condizionare l’andamento delle indagini, ipotizzando interferenze da parte di “poteri forti” che avrebbero potuto ostacolare l’accertamento della verità. Ciò significa che la presenza di informazioni riservate avrebbe potuto orientare o frenare l’evolversi delle indagini, forse per tutelare persone o interessi istituzionali, con conseguente depistaggio o occultamento di prove.

Un elemento chiave è anche il collegamento con il furto al caveau della cittadella giudiziaria del 1999, dove sarebbero spariti documenti collegati al caso via Poma, ipotizzando tentativi di cancellare tracce o prove compromettenti. Inoltre, la riemersione di un documento della Digos che metteva in dubbio l’alibi di un personaggio legato al caso, l’avvocato Francesco Caracciolo, riapre scenari investigativi collegati a possibili coperture o depistaggi.

  • In sintesi, i documenti segreti potrebbero aver influito sul caso via Poma:
  • Limitando l’accesso degli investigatori a informazioni fondamentali;
  • Orientando o bloccando le indagini per proteggere “poteri forti” o interessi istituzionali;
  • Generando depistaggi e occultamenti di prove;
  • Influenzando la narrazione ufficiale e la gestione del caso per oltre trent’anni.

Questa ipotesi ha portato il Gip a respingere la richiesta di archiviazione e a ordinare nuove indagini per fare piena luce sul ruolo dei servizi segreti e sulle eventuali interferenze nelle indagini.

 

Documentari sul delitto di Via Poma:

Atlantide Il delitto di Via Poma
Telefono Giallo Indagini Riaperte

 

 

I migliori Libri:

 

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