Caso Garlasco | Il delitto di Chiara Poggi | Le ultime news

 

 

Ultime notizie sul caso Garlasco.

Nelle ultime ore il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, è tornato al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria. I carabinieri del RIS sono infatti tornati nella villetta di via Pascoli per eseguire un nuovo e approfondito sopralluogo, utilizzando le più moderne tecnologie: laser, scanner e droni. L’obiettivo è ricostruire in 3D la scena del crimine, riposizionando tutte le tracce (sangue, impronte, DNA) per rileggere la dinamica dell’omicidio alla luce delle conoscenze e degli strumenti attuali.

 

Le anomalie sulla scena del delitto

Già nella relazione del 2007 i RIS avevano segnalato due anomalie importanti: tre gocce di sangue davanti al divano e una traccia ematica sulla parete tra il terzo e il quarto gradino della scala che porta al luogo dove fu ritrovato il corpo di Chiara Poggi. Queste tracce, considerate atipiche rispetto alla dinamica ricostruita, sono ora oggetto di una nuova analisi grazie alla mappatura tridimensionale.

 

Nuove indagini e possibili sviluppi

Il nuovo sopralluogo, durato circa sette ore, servirà a creare un modello digitale accurato dell’abitazione. I RIS hanno chiesto circa due mesi per completare le analisi e rispondere ai quesiti posti dalla Procura di Pavia: la mappatura 3D, il riposizionamento delle foto originali e la rilettura della dinamica dell’omicidio. In particolare, le indagini si concentrano anche sulla posizione di Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, che secondo l’ipotesi accusatoria potrebbe essere stato presente sulla scena del delitto, in concorso con Alberto Stasi (già condannato in via definitiva) o con altre persone ancora da identificare.

 

Il ruolo di Andrea Sempio e le nuove prove

Gli investigatori stanno rianalizzando i tabulati telefonici di Sempio e della sua cerchia per verificare la tenuta del suo alibi. Un punto centrale sarà l’incidente probatorio fissato per il 17 giugno, quando verranno rivalutate le impronte trovate all’epoca, tra cui la cosiddetta “impronta 33”, attribuita ad Andrea Sempio.

 

Le reazioni della famiglia Poggi e della difesa

La famiglia di Chiara Poggi, attraverso i propri legali, ha espresso disappunto per la diffusione di notizie considerate false e diffamatorie, ribadendo la piena fiducia nel lavoro degli inquirenti e la volontà di collaborare con la giustizia. Anche la difesa di Alberto Stasi ha accolto favorevolmente i nuovi accertamenti, auspicando che possano chiarire definitivamente la dinamica dei fatti.

In sintesi: il caso Garlasco è di nuovo sotto i riflettori, con nuove indagini scientifiche che potrebbero portare a sviluppi inattesi. I risultati della ricostruzione 3D e delle nuove analisi saranno disponibili tra circa due mesi e potrebbero avere un impatto significativo sulla lettura giudiziaria dell’omicidio di Chiara Poggi.

 

Perché gli inquirenti stanno tornando sulla scena del delitto dopo così tanti anni

Gli inquirenti stanno tornando sulla scena del delitto di Garlasco dopo 18 anni principalmente per sfruttare le nuove tecnologie che permettono di effettuare analisi più precise e dettagliate rispetto al passato. In particolare, grazie a strumenti come laser scanner, droni e intelligenza artificiale, stanno ricostruendo in 3D la scena del crimine per riposizionare con esattezza tutte le tracce ematiche e le impronte raccolte nel 2007, al fine di rileggere la dinamica dell’omicidio di Chiara Poggi con metodi più avanzati.

La riapertura del caso è motivata da diversi elementi che non tornavano nelle indagini iniziali e da errori riscontrati nel corso degli anni, oltre al fatto che nuove analisi sul DNA, in particolare quello trovato sulle unghie della vittima, potrebbero collegare un nuovo indagato, Andrea Sempio, all’omicidio. Sempio era già stato indagato in passato, ma le sue posizioni erano state archiviate; ora però, con le tecnologie forensi più evolute, si cercano risposte che prima non era possibile ottenere.

Inoltre, gli inquirenti stanno riesaminando anche tabulati telefonici e alibi, poiché emergono dubbi sulla versione fornita da Sempio e sulla possibile presenza di più persone coinvolte nel delitto, contrariamente alla precedente ipotesi di un assassino solitario. Questo nuovo filone investigativo potrebbe portare a una revisione della storia giudiziaria del caso, che finora ha visto condannato in via definitiva Alberto Stasi.

In sintesi, il ritorno sulla scena del crimine è motivato dalla possibilità di utilizzare nuove tecnologie e metodologie investigative che potrebbero fornire prove più solide e chiarire aspetti controversi rimasti irrisolti per quasi due decenni.

 

Perché il DNA di Sempio è diventato centrale nelle nuove indagini

Il DNA di Andrea Sempio è diventato centrale nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco perché è stato trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, la vittima, e ora è considerato utilizzabile e significativo per le comparazioni genetiche, a differenza di quanto ritenuto in passato. Nel 2017 la sua posizione era stata archiviata perché si pensava che quel DNA derivasse da un contatto secondario con il pc di famiglia, che Sempio usava frequentemente, e perché il materiale genetico era giudicato “esiguo” e “degradato”. Oggi, grazie a nuove tecniche scientifiche e a una consulenza genetica aggiornata, si ritiene che quel DNA non possa derivare da un contatto mediato da un oggetto, ma da un’interazione diretta con la vittima poco prima del delitto.

Inoltre, nel materiale biologico raccolto sotto le unghie di Chiara non sono presenti i DNA dei familiari o di Alberto Stasi, condannato per il delitto, il che rafforza l’ipotesi che quel DNA appartenga a una persona estranea, come Sempio. Questo elemento ha spinto la Procura di Pavia a riaprire le indagini e a indagare nuovamente Sempio, considerato ora indagato per omicidio in concorso con ignoti.

Infine, la nuova indagine si avvale anche di altri elementi, come tabulati telefonici e impronte digitali, per ricostruire i movimenti e la possibile presenza di Sempio sulla scena del crimine, elementi che in passato non erano stati approfonditi con le tecnologie oggi disponibili.

 

Perché gli inquirenti ritengono che il DNA di Sempio non derivi da contatti secondari

Gli inquirenti ritengono che il DNA di Andrea Sempio trovato sotto le unghie di Chiara Poggi non derivi da contatti secondari perché, secondo una consulenza genetica aggiornata, quel materiale genetico non può provenire da un contatto mediato da un oggetto toccato dalla vittima, come ad esempio il pc di famiglia che Sempio usava frequentemente. La tesi della procura di Pavia, basata sulle analisi del genetista Carlo Previderé, è che quel DNA sia il risultato di un’interazione diretta tra Sempio e la vittima poco prima del delitto.

Questa convinzione è rafforzata dal fatto che nel materiale biologico raccolto sotto le unghie di Chiara non sono presenti tracce del DNA dei familiari della vittima né di Alberto Stasi, che abitava e frequentava molto di più la casa. Se il DNA di Sempio fosse stato trasferito indirettamente tramite oggetti, sarebbe ragionevole aspettarsi anche quello di altre persone con contatti più frequenti, ma così non è. Questo dato smentisce quindi la teoria del contatto secondario e supporta l’ipotesi di un contatto diretto.

La difesa di Sempio, tuttavia, contesta questa interpretazione, sostenendo che la quantità di DNA è minima e potrebbe non indicare necessariamente un contatto diretto, ma la procura mantiene la sua posizione basata sulle evidenze scientifiche più recenti.

 

Come la consulenza di Carlo Previderé supporta l’ipotesi di un’interazione diretta con Chiara Poggi

La consulenza di Carlo Previderé supporta l’ipotesi di un’interazione diretta con Chiara Poggi basandosi sull’analisi del DNA trovato sotto le unghie della vittima. Previderé ha concluso che il DNA di Andrea Sempio è “perfettamente compatibile” con il materiale genetico trovato sui margini ungueali di due dita della mano di Chiara Poggi. In particolare, le tracce sono state rinvenute sul quinto dito della mano destra e sul primo della mano sinistra.

La relazione di 60 pagine redatta da Previderé e Pierangela Grignani ha portato alla riapertura delle indagini. Gli esperti hanno anche rilevato la presenza di un altro DNA maschile, non appartenente né a Sempio né ad Alberto Stasi, sull’anulare della mano sinistra della vittima.

Previderé ha esaminato diversi aplotipi Y (DNA maschile) e ha concluso che uno di questi era “perfettamente sovrapponibile” a quello identificato in una consulenza precedente, in cui si era estratto il DNA di Sempio da oggetti da lui utilizzati. Questa compatibilità suggerisce un contatto diretto tra Sempio e Chiara Poggi.

 

 

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Descrizione del Libro

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